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xanto

Nella mitologia greca XANTO è un cavallo immortale nato da Zefiro e dall’Arpia Podarge.

Ha il dono della parola e anche della preveggenza, in quanto predisse ad Achille la sua morte imminente.

Così come l’animale mitologico, l’artista vuole “parlare” all’umanità prima che sia troppo tardi.

LAVORI

RITRATTO

QUADRI

GLAMOUR

VIAGGI

PAESAGGIO

PRESENTAZIONI

Nel vibrante universo pittorico di Xanto – Michel Polini – si intrecciano forze antitetiche che
generano un’armonia carica di tensione e fascinazione: la precisione geometrica abbraccia l’intensità
emotiva, l’ordine si incunea nel caos, la denuncia si fonde con la speranza. Sono spazi infiniti, dove
lo sguardo si perde e ritrova senso, una danza di opposti che, nel fulcro della luce, trova la sua
perfetta sintesi; luce, dunque, non solo cromatica ma, innanzitutto, principio spirituale e
trascendente. Le composizioni geometriche – autentiche firme stilistiche di un percorso personale
rigoroso – emergono da una mente analitica, formata alla disciplina del segno e della forma, e aperta
al soffio intuitivo che sfugge talvolta alla rigidità della logica. Dalla grafica, suo primo approccio
creativo, Xanto porta al quadro una grammatica nitida, una chiarezza strutturale che, però, si
dissolve nel mistero profondo dell’anima, talvolta intuitivo e libero dal perfezionismo. La geometria
diventa così architettura sublimata del pensiero, un tempio mentale dove meditare, un orizzonte di
ordini possibili e ricercati per trovare sempre armonia ed equilibrio. Le sue tele, attraversate da una
rete di senso composta da quadrati, rettangoli, triangoli, sfere, si propongono come custodi del caos
esistenziale, contenendolo senza reprimerlo, imbozzolandolo quasi a protezione dell’essenza
dell’idea. Come sosteneva Paul Klee, “l’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò
che non sempre lo è”. È in questo svelamento dell’invisibile che si radica la ricerca dell’artista: oltre
la perfezione formale, nel segno autentico, nella verità profonda della tensione emotiva insita nelle
sue opere.
Nel ciclo dedicato alla violenza, ogni filtro decorativo viene spazzato via dall’urgenza della denuncia.
Figure frantumate, ombre che gravano come massi, gesti sospesi, volti muti fermati con l’espressione
dell’attimo, chiodi che penetrano senza pietà, gocciolanti e visibili flussi di vita che sgorgano: un
racconto crudo, doloroso, impattante che rivela il volto barbaro del male che ahimè è triste e cruda
realtà da riconoscere. Qui la violenza è morale e sociale, individuale e collettiva, fisica, psicologica,
silenzio…il gesto s’è fatto e non si può più tornare indietro. La pittura si fa così spazio sacro della
redenzione, una catarsi inevitabile e definitiva, perché il passato non può essere cancellato. Egli non
si pone per impressionare, bensì per liberare in un urlo visivo l’ingiustizia. Il suo gesto pittorico è un
atto etico, eroico, prima ancora che estetico. La materia pittorica, corposa e viva, e il colore – denso,
pulsante, creato spesso per contrasti decisi – sono veicoli di una luce interiore che non si limita
all’apparire. È la luce conquistata dopo l’oscurità nel disvelamento della crudezza del gesto. In ogni
quadro, l’artista insegue instancabile quell’apertura di chiarore che attraversa, riscattandola, la
sostanza stessa del dolore. Riprendendo le parole di Kandinsky: “il colore è un mezzo per esercitare
un’influenza diretta sull’anima”. Nelle sue creazioni, luce e colore si elevano a strumenti di
rigenerazione morale, resistenza, guarigione, guarda, senti il colore separandolo dalla forma, esso
porta energia e messaggio. Esplicito e sincero, mai accondiscendente, Xanto affida alla sua pittura
una vocazione altissima, un credo profondo personale, quella passione che è vita e riscatto: essa
diventa linguaggio di verità, spazio di riflessione, occasione di coscienza e liberazione. Quel porto
sicuro dove sempre tornare! Ombra e luce, rigore e libertà, dolore e speranza si intrecciano in questa
poesia visiva. Ed è qui, in questa tensione sospesa, che la pittura si fa inizio ed invita a perdere e
ritrovare congiuntamente in un’unica emozione lo sguardo, ad oltrepassare la superficie del velo di
Maya e ad immergersi nella limpidezza inquieta della ragione e del mistero, dove cercare risposte.

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RAFFAELLA RITA FERRARI

In una festosità di colori, Xanto concentra la sua pittura nella linea dell’energia. Non è un virtuosistico interesse per la forma a dominare la sua arte. Si tratta di un percorso introspettivo frutto di una ricerca costante che negli anni lo porta a sperimentare uno studio sintetico e concettuale della forma, partendo da una pittura realistica e figurativa che, nel tempo lascia spazio ad un interesse per la linea per arrivare ad un astrattismo che non è mai fine a se stesso, ma sempre con intento simbolico. Nei suoi quadri i perimetri sono scrupolosamente indagati, spiccatamente denunciati. 
Lo scopo non è la ricerca della perfezione, ma l’intensità della pennellata che non deve stupire, bensì trasmettere un messaggio. L’artista ha temperamento, personalità. È straordinaria la tristezza sterile che grava sull’intera produzione, quasi fosse una missione quella di esprimere tutto ciò che preme, gli argomenti scottanti, sotto forma di monito a tutta l’umanità ormai alla deriva. 
Vi è il bisogno di dare un significato, di trasmettere un messaggio a livello sociale attraverso temi come quello della pace, della comunione con la natura, dell’importanza di una giustizia etica. L’artista lo fa in molteplici modi, anche attraverso la ricerca della luce, della vita, del colore, quasi come una volontà di sfuggire al buio per veicolare un messaggio positivo. Dai disegni a china e matita, relativi a paesaggi, corpi e volti delle opere giovanili passa ben presto ai colori a olio. La consapevolezza artistica sorge alla maggior età e nasce dalla necessità di cercare un’elevazione morale rispetto alle brutture del mondo che ci circonda, non solo riproducendo la realtà in modo impressionistico ma adottando uno sguardo particolare per cercare un significato più ampio, quasi una sintesi dei diversi punti di vista. 
È indubbiamente influenzato dal percorso lavorativo di grafico pubblicitario da cui ha imparato l’esaltazione delle forme, dei colori anche accesi, la ricerca dei forti contrasti, la loro sintesi armonica sia nella vita che nell’arte. La pittura di Xanto ha l’intenzione quindi di proporre un mondo migliore? Può darsi. Siamo certamente in presenza di una forza, una vocazione, un talento vero. 
Qualche opera attrae e inquieta allo stesso tempo come un fiore del male. 
È lecito chiedersi se tale pittura possa guarire. Forse, ma sicuramente, al di là dei colori sgargianti, dell’inno alla vita attraverso la luce, si scorge una personalità cupa, disillusa, vigile sulla moderna miseria umana, sconcertantemente realista, perché ha intuito il senso negativo della vita, del male, di cui, come tutti, anche egli soffre. Nonostante tutto, però, Xanto non rinuncia a lanciare un messaggio positivo, di speranza, perché i suoi quadri sono questo: riflessione e speranza per un mondo migliore.

Barbara Bacchetti

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BARBARA BACCHETTI

Le composizioni che possiedono un'anima geometrica rappresentano la cifra stilistica di questo autore, nato nel mondo della grafica, nel cui ambito ha esercitato una robusta professionalità.
La rete grafica di quadrati, rettangoli e poligoni, spesso pare di derivazione optical.
Nella figurazione più immediatamente leggibile, questo autore rimanda al mondo del fumetto e frequentemente rilancia la grafica pubblicitaria, per una traccia segnica genuina e leggera, soprattutto se si osserva la tensione tra i bianchi e i neri.

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VITO SUTTO

© 2024-2025 POLINI MICHEL

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